Un eterno Peter Pan sempre alla ricerca del nuovo (tecnologicamente e musicalmente). Richie Hawtin ha una storia iniziata negli anni ’90 e ancor oggi è tra i dj e produttori più influenti per la scena techno ed elettronica.
Le origini del dj
Richard Michael Hawtin è nato in Inghilterra nel 1970 e trasferito a Windsor in Canada all’età di 9 anni, cittadina a due passi da Detroit, separate dalla frontiera transnazionale e dal fiume Detroit (omonimo della città) ma unite da lungo ponte Ambassador Bridge. E’ stato più semplice per Richie sentirsi musicalmente “americano” che canadese vista l’enorme vicinanza con la Motor City che nel periodo della sua adolescenza era una fucina di innovazioni e artisti unici in tutti gli stati uniti.
Proprio la semplicità nel passare da casa a Detroit lo ispira ad iniziare a mixare per passione attorno al 1987-88 nel garage dei suoi. Sempre più tempo veniva passato nella cittadina americana, sempre più persone iconiche per la sua crescita incontrava. La scena elettronica e techno in città era davvero ristretta e girando per i club o parties si trovavano sempre gli stessi volti con cui fare amicizia nel tempo.
Erano gli inizi della techno di Atkins-May-Saunderson e agli inizi nella maniera più spontanea che ha un teenager, ha cercato di seguire le loro orme sonore, suonando come e cosa suonavano loro.
Il bagaglio musicale veniva arricchito soprattutto dalle radio americane che arrivavano limpide nelle frequenze di Windsor: l’oretta serale di Jeff Mills su WJLB, oppure a pranzo il Midday Cuise Mix di Duane Bradley. Era così tanta la musica suonata, di così tante influenze differenti che era impossibile non rimanere ad ascoltare e lasciarsi influenzare da tutto ciò che era nuovo e gettava le basi per il genere.
Il primo club in cui suonò come dj fu lo Shelter di Detroit, pur essendo agli inizi non era soddisfatto di suonare solamente due dischi alla volta, ma utilizzava anche un delay da chitarra per aggiungere effetti e ottenere un risultato non più “copiabile” e unico. L’ispirazione per lui arrivava da Derrick May che suonava come dj con drum machines, sintetizzatori e nastri oltre ai classici giradischi. Da quelle esibizioni capì che si poteva fare di più durante un set, gestendolo come una session “jazzistica”, improvvisata e irripetibile, e non solo come una sequenza di dischi.
La continua ricerca di innovazione e sperimentazione lo hanno portato a creare diversi alter-ego per raccontare chiaramente il sound prodotto o suonato live. Tra i suoi alias più utilizzati e celebri citiamo F.U.S.E (acronimo di Futuristic Underground Subsonic Experiments), Circuit Breaker, Concept 1 e naturalmente il più longevo Plastikman.
E proprio con lo pseudonimo di Plastikman che è avvenuta la sua esplosione produttiva e di notorietà a partire da Detroit per poi attraversare oceani e continenti. Dal ’91 al ’94 si è assistito ad un periodo d’oro per Hawtin, con gli album definiti classici del genere techno minimale “Sheet One” e “Musik“, un sound unico e lontano da quella che era sino a quel momento la techno nata a Detroit. Un sound che gli ha portato parecchi nemici e critici tra i colleghi (che forse non sopportavano un bianco canadese che viveva nella loro città e che stava oscurando la scena creata nella Motown) .
Il periodo di ascesa si è arrestato di colpo per problemi con la sua documentazione per rimanere negli Stati Uniti che lo hanno tenuto fermo in Canada per quasi 2 anni, obbligandolo a smettere di produrre (le sue strumentazioni erano bloccate a Detroit, dove viveva in quel periodo) e vedere la sua Plus 8 smembrata dai producers in fuga senza la certezza di rivedere “il boss” attivo (tra l’altro anche il socio della label John Acquaviva si era preso un periodo di stacco).
Ritorna nel ’97, dopo un anno di lavoro in studio dopo esser riuscito a tornare a Detroit, con un nuovo album by Plastikman intitolato “Consumed“, meno orientato alla pista e più introspettivo, quasi ambient industriale a tratti.
Attorno al 1998 modifica il suo modo di fare djing, non più solamente con giradischi e mixer, ma aggiunge stabilmente anche una drum machine Roland TR-909, un mixer della Vestax che era tra i primi di sempre ad avere un supporto per i loop e un processore di effetti della Ensoniq. Questo lo “costringe” ad avere almeno una persona con se durante i viaggi per portare, montare e controllare che tutto sia in ordine prima degli eventi, e modifica radicalmente il suo modo di concepire il dj set, diventando un live set ibrido che nel tempo diventerà ciò che ad oggi è uno show di Richie o di Plastikman.
Nel 1999 inizia una frequentazione piuttosto stabile con Ibiza, grazie a Sven Vath che lo ha ospitato un’infinità di volte al suo party Cocoon.
Il progetto Plastikman, il suo più celebre, dopo anni di “messa in cantina” viene ripreso nel 2010, con l’uscita della mega raccolta Arkives 1993-2010 (11 CD + 1 DVD) e la creazione del tour live dove Richie o meglio dire il suo alter ego Plastikman, ha suonato dietro una gabbia luminosa per utilizzare luci e musica fuse assieme in un unico grande flusso artistico.
Alcune curiosità su Richie Hawtin
La grande amicizia con Sven Vath
Quando si scorrono le foto degli artisti techno degli anni ’90 e ’00 è impossibile non imbattersi in almeno uno scatto che vede assieme Sven Vath e Richie Hawtin, da lungo tempo inseparabili in consolle quando si trovano sotto lo stesso tetto (o cielo se il party è open air).
Il loro primo incontro risale all’estate 1991, all’interno di un ascensore del Marriot Hotel di New York dove l’allora semi-sconosciuto Richie ha dato in omaggio a Sven uno dei suoi promo (F.U. sotto l’alias F.U.S.E.) per provare ad entrare negli interessi “discografici” dell’allora kaiser tedesco che era già una stella del clubbing europeo.
Sul finire di Ottobre dello stesso anno Richie fu invitato per la prima volta a Francoforte, per esibirsi nel club di Sven Vath, il già ampiamente leggendario Omen. Dà li iniziò una residenza più stabile e continuativa nel club, per portare il suono della seconda era di Detroit in una Germania altamente ricettiva per quel tipo di sonorità.
Per lui fu una totale scoperta la differenza dei parties tedeschi rispetto a Detroit, non tanto per la musica, ma per la voglia di fare festa che poteva proseguire sino alle 11 o alle 12 del giorno successivo, senza sosta, con un pubblico sempre attentissimo alla selezione musicale offerta e alla qualità dell’intrattenimento. Non si trattava più dei parties improvvisati nei magazzini o club fumosi e polverosi di Detroit, si era passati al livello successivo grazie al circo creato da mr. Sven Vath.
Inizi non semplici per innovare
Non sempre il suo mondo musicale è stato recepito in maniera positiva, come ad esempio tra il ’91 e ’92 quando Richie Hawtin venne cacciato dalle consolle del Cocoricò di Riccione e dello Space di Ibiza perchè era troppo “strano” per i gusti del pubblico abituato ad un altro ritmo per quella che definivano techno.
Pur diventando un abituè di Ibiza, il suo primo party fu un totale fallimento. Non solo non fu compreso musicalmente, ma:
“Tutto quello che poteva andare storto, andò storto. Soggiornai a casa del promoter che non aveva il massimo della pulizia come punto forte, sopratutto nella zona letto. Faceva un caldo insopportabile in quell’estate e nessuno mi venne a prendere in aereoporto. Nessuno sembrava apprezzare quello che suonavo come dj e ho lasciato l’isola dicendo che non ci sarei mai più tornato”
Ovviamente gli anni successivi lo smentirono, diventando inizialmente resident del party Cocoon all’Amnesia e da li portando il party Minus nell’isola.
I nostri dj set preferiti
Le interviste
La storia di Richie Hawtin all'interno della Dj Mag Top 100 Djs
Di seguito la lista completa delle posizioni raggiunte nella Top 100 Djs di Dj Mag, la classifica più famosa al mondo. Pur essendo una classifica puramente “commerciale” è interessante vedere come Richie Hawtin pur proponendo un genere underground sia rimasto in classifica per 20 anni (con una sola interruzione nel 2016 e l’uscita dalla Top 100 a partire dal 2020).
Anno | Posizione | |
---|---|---|
1999 | 24 | |
2000 | 26 | |
2001 | 33 | |
2002 | 38 | |
2003 | 33 | |
2004 | 44 | |
2005 | 12 | |
2006 | 33 | |
2007 | 19 | |
2008 | 15 | |
2009 | 28 | |
2010 | 31 | Classifica completa |
2011 | 45 | Classifica completa |
2012 | 78 | Classifica completa |
2013 | 76 | |
2014 | 90 | |
2015 | 51 | |
2016 | non presente | |
2017 | 80 | |
2018 | 61 | |
2019 | 66 |