Nato e cresciuto nel New Jersey, non lontano dalla Grande Mela, e figlio di un dj da cui ha appreso le basi di mixaggio per curiosità e per noi a casa quando papà non era in casa e le sue strumentazioni erano sole solette ad attendere il piccolo Kerri.
Dopo esser stato “beccato sul fatto”, suo padre decise di iniziare a portarlo con lui nei club per mostrargli dal vivo come usare la tecnica e come applicarla rispetto al pubblico e ad un impianto audio ben più potente di quello di casa. Già a 11-12 anni era dentro una discoteca (nascosto dietro la consolle per non essere visto dal pubblico e ovviamente cacciato), dove suo padre amava giocare con la musica e strumentisti, come ad esempio mettere un campione di house old school in loop e lasciare libera creatività ad un flautista che improvvisava dal vivo.
A 18 anni ottiene la sua prima chiamata ufficiale in consolle nel club America a Newark per poter così testare in diretta ciò che ha appreso sino a quel momento dal padre.
Le sue esperienze da clubber si sono formate però qualche anno dopo allo Zanzibar, regno di Tony Humphries, che negli anni ’90 riusciva a rubare a New York gran parte di pubblico che accorreva anche dagli stati vicini per ascoltare i mitici dj set.
Durante la sua fase produttiva e di remixer a metà anni ’90, ha rifiutato di rimettere mano a brani di Michael Jackson ed Enigma, che gli avrebbero portato fortuna in termini di notorietà e anche di denaro. La motivazione è stata semplice: già negli anni ’90 le grandi etichette discografiche stavano abbandonando la stampa su vinile favorendo i CD, ormai strumento principale per la riproduzione musicale. Kerri, che è e vuole rimanere un amante della musica vecchio stile tra giradischi e nastri, ha deciso di non “prendere parte” a questo massacro verso il suo supporto preferito e di lavorare solamente con etichette che fossero interessate a stampare su vinile e usarlo come mezzo primario di distribuzione.
Nel ’97 produce Escravos De Jo assieme al dj Joe Claussell e il brano ottiene un discreto successo anche nel Regno Unito, grazie alla versione “Acoustic mix” suonata dal dj Gilles Peterson. Nell’EP ci sono versioni per tutti i gusti e per tutti i djs che l’hanno suonata parecchio nel tempo, da quelle più samba con fiati e ritmiche latine, a quelle più da club e percussive.
Lo "scienziato pazzo"
Uno dei soprannomi più interessanti è quello di “Mad Scientist” perchè il suo studio dove produce musica sembra più la stanza di un vecchio scienzato che sta svolgendo un misterioso esperiemento, piuttosto che di un musicista ordinato e preciso.
Strumentazione di ogni tipo in ogni angolo, la maggior parte “rilavorata” da Kerri, che ha sempre avuto la passione per l’elettronica e si è divertito negli anni a smontare e rimontare sintetizzatori e drum machines per farli suonare come voleva lui.