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Un uomo che guarda sempre al futuro: “Mi viene sempre chiesto di raccontare le mie origini, ma nessuno mi chiede mai dei prossimi 3-4 anni. Alla gente non piace parlare di come la musica si evolverà, perchè sembra essere troppo difficile fare previsioni”.

Un uomo che non si ama avere una sola etichetta addosso: dj? produttore? capo di una label? musicista? live performer? Jeff Mills è tutto e niente. Jeff Mills è una sola cosa: techno music.

Le origini di Jeff Mills, tra djing e produzioni

Nato a Detroit, nel 1963, in un periodo in cui la città era in forte crescita economica e artistica, Jeff Mills ha trascorso la sua infanzia musicale da ascoltatore tramite i dischi dalla concittadina Motown, etichetta soul e funk, che divenne il simbolo del lato artistico della città e in seguito punto di riferiamento per la musica americana sino all’avvento della musica Disco.

Ma fu solo in età adolescenziale che avvenne la folgorazione verso la musica elettronica: Kraftwerk, Soul Sonic Force e The Jonsun Crew furono i primi dischi acquistati da Jeff per divertirsi a mixare con l’impianto del fratello già dj. Il primo disco messo su come dj da cameretta? Numbers dei Kraftwerk, preso in due copie per padroneggiare la tecnica di mixaggio.

Erano gli anni in cui frequentava i parties delle varie “high schools”, dove l’importante era solamente divertirsi e ballare, facendo tesoro di tutta la musica che veniva suonata. Anni in cui arrivava il primo sound industrial di Nitzer Ebb, Front 242 e Meat Beat Manifesto, che si uniscono all’electro funk o alla prima garage-disco dei Peech Boys (di cui Larry Levan faceva parte).

Tutto questo ha formato il bagaglio culturale per la carriera di Jeff Mills, che oltre a fare il dj nei piccoli club nell’area di Detroit, nel 1984 ha avuto la possibilità di far conoscere il proprio nome grazie all’ingresso come come disc-jockey radiofonico (sotto l’alias The Wizard) nell’emittente WJLB, dove per 5 sere a settimana, dalle 8 di sera per un’oretta, aveva massima libertà espressiva:

“se volevo suonare lo stesso disco per 15 o 30 minuti potevo farlo. Erano i primi anni della Detroit Techno e la suonavo in prevalenza nel mio programma. Poi mi sono stancato di suonare brani prodotti da altri e ho iniziato a comprare nuove attrezzature e portarle in radio per creare nuova musica sovrapponendo ai dischi suonati ritmiche dalla mia drum machine, o utilizzando campionamenti per creare qualcosa di nuovo e unico”.

La Underground Resistance

Subito dopo la sua esperienza in radio fondò nel 1989, assieme a Mike Banks, il super collettivo Underground Resistance, con cui ha instaurato in seguito una fratellanza transoceanica con il neo-nato Tresor di Berlino, club che ha utilizzato il sound e i dj set della UR per gettare le basi sulla propria identità e approccio alla musica. L’unione fu così intensa da far trasferire la UR direttamente a Berlino, dopo aver valutato inizialmente il trasloco a Londra che però non era idonea al loro modo di lavorare: “Abbiamo preso dei contatti nel Regno Unito per promuovere i nostri dischi e da subito tutti ci dicevano cosa dovevamo fare e come dovevamo farlo. La ragione per cui è nato il progetto Underground Resistance era proprio di non avere regole, così dimenticammo presto Londra e la tappa scelta fu Berlino”.

Jeff e Mike hanno speso mesi prima di lanciare il progetto per prepararsi in maniera professionale, il logo, la presentazione al pubblico, che tipo di brani far uscire. “Guardavamo cosa facevano Derrick, Juan e Kevin (alias The Belleville Three) e lo usavamo come guida. Non per copiarli, ma per fare tutto il contrario: facevano uscire i loro dischi ovunque? Noi saremmo rimasti più nascosti. Loro volevano raggiungere il mainstream in maniera diretta, noi essere scoperti. Ci siamo concentrati sulla musica, per farla ricordare nel tempo senza interessarci del resto.”

Nel 1991 è proprio il Tresor e la sua etichetta omonima a rilasciare il primo singolo del progetto parallelo della UR, X-101 composto da Mills, Banks e Robert Hood. L’EP è Sonic Destroyer, divenuto ben presto tra i classici intramontabili del genere. Berlino era così tanto innamorata del suono della techno da essere ancor più rilevante di Detroit, ed essere lì presenti in quel periodo di grande fermento pose gran parte delle fondamenta del suo successo per gli anni a venire.

(nella foto: Jeff Mills nella sala Globus del Tresor di Berlino durante i primi anni ’90)

Axis Records

Dopo appena 3 anni dal progetto UR, decide di lasciare il gruppo, ritornare negli States (prima a New York e poi definitivamente a Chicago, preferendola alla sua città natale) e creare nel 1992 la sua personale etichetta Axis, per potersi concentrare sulle sue sperimentazioni soliste.

Il concetto iniziale dietro Axis era produrre dei “concepts”, album o EP che avessero una narrazione ininterrotta all’ascolto, un tema sul quale sviluppare un idea o una serie di sonorità. Le produzioni essendo per la quasi totalità strumentali dovevano essere in grado di narrare una storia in autonomia, senza voci o presentazioni a supporto.

Lo scopo principale di Jeff Mills come produttore e proprietario di Axis è di introdurre al pubblico brani o raccolte che rimangano nel tempo, che siano senza tempo. Inoltre è lo spazio perfetto per lavorare al meglio come solista, la “formazione” ideale per lui che pur avendo lavorato in coppia o in gruppo nel passato ha deciso di produrre la sua musica in totale autonomia.

Tra i temi maggiormente toccati dai progetti musicali di Jeff Mills troviamo quello dei viaggi spaziali e dell’universo in generale. Da grande appassionato ha cercato di rendere i suoi pensieri e sensazioni su queste tematiche accessibili attraverso le sensazioni e l’energia prodotta dalla sua musica.

Un pò di curiosità

Jeff Mills e la musica Techno

Per lui la techno non è solo un genere musicale ma è più una concezione di insieme, un modo di vivere l’ignoto: “Sono cresciuto con l’idea che la musica techno sia qualcosa che non puoi immaginare. Questa è la techno alla massima potenza. Se ascolti qualcosa che non ti immagineresti mai di ascoltare, beh quella è techno. Se ascolti qualcosa che assomiglia a qualcos’altro che ti sembra di ricordare, quella non è techno. E’ una musica che non hai mai ascoltato, che ti lascia completamente sorpreso. Così come è successo a noi da ragazzi quando abbiamo ascoltato per la prima volta i Kraftwerk, era qualcosa di totalmente nuovo e mai sentito. Era techno.”

“Il concetto di techno è di realizzare qualcosa di inimmaginabile. Ciò non significa che sia qualcosa di semplice da realizzare ed è il motivo per cui molti non riescono ad approcciarsi nel modo corretto. E’ molto complicato, porta via tempo e necessita di molta immaginazione. Credo sia come sognare da svegli. Devi lasciarti alle spalle tutto ciò che conosci e che hai imparato sino a quel momento, e creare qualcosa di totalmente nuovo.”

L'esibizione per i 50 anni dello sbarco sulla Luna

Tra le sue esibizioni più iconiche, slegate dal mondo del clubbing troviamo quella nella cornice del Washington Monument in occasione del 50esimo anniversario dello sbarco dell’Apollo 11 sulla Luna, tema per lui caratteristico per l’ispirazione dei lavori in studio.

Di seguito puoi rivedere l’esibizione, che ha incluso alcune delle composizioni dell’album Moon (The Area Of Influence), oltre ad alcuni temi dai film 2001: Odissea nello Spazio e Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, come omaggio alla trasposizione cinematografica di Kubrik e Spielberg dello Spazio e del suo ignoto.

Le produzioni musicali

Le compilation

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