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Nato a Brooklyn, a New York, cresciuto a pane, Motown e Philly Sound, illuminato dall’esperienza di clubbing al Paradise Garage di New York e dal mix musicale di Larry Levan, Danny Tenaglia ha forgiato il suo stile di partenza da una base nettamente di qualità.

La prima esperienza con la musica da ballo è stata a 12 anni nel ’72-’73, grazie al cugino che gli regalò una cassettina con all’interno un mixato di un dj (Paul Cassella). Sulla cassetta era impresso il numero di telefono del disc-jockey e Danny non tardo a chiamare per complimentarsi. Da lì naque una proposta: se riesci a vendere qualche cassetta ai tuoi amici e conoscenti, te ne regalo qualcuna da poter ascoltare. Riuscì a crearsi una bella collezioncina di mix e a far felici molti amici, oltre che lo stesso Cassella.

Nel 1975 si propone come membro del Record Pool creato da David Mancuso, dj del Loft, un’associazione che forniva ai suoi membri (tutti dj professionisti) dischi promozionali inediti da suonare in discoteca per pubblicizzarli e testarli sul pubblico. Danny però non era affatto un dj, non aveva nemmeno mai imparato a mixare. Il risultato fu ovvio ma fu apprezzato lo spirito di iniziativa del 15enne.

Nel 1977 inizia a frequentare i club, passando le nottate al Loft di Mancuso e successivamente al Paradise Garage, che gli cambio completamente la vita grazie al sound totalmente diverso dalle altre discoteche che suonavano prevalentemente disco e tutte abbastanza con lo stampino, e un impatto sonoro così impressionante da “riuscire a sentire la musica suonata anche all’esterno sul tetto del club”.

Diventando sempre più appassionato e affamato di musica e club decise di proporsi in qualche bar di Brooklyn come dj. Le prime serate nei piccoli baretti iniziarono a partire dal 1978, ma dopo 8 anni passati in questi ambienti troppo distanti dalle ambite discoteche si trovo a decidere cosa fare per emergere, dato che il numero di dj a New York era ormai esagerato e non c’era più posto per tutti.

Quando è arrivata la telefonata da un amico che gli chiese se fosse interessato a suonare in un club di sua conoscenza le valige (di dischi) furono immediatamente caricate e portate in Florida.

Da quel momento tutto cambiò nel’ 1985, passando dai bar della grande mela a Miami, dove ottenne una lunga residenza di 5 anni nel nightclub Cheers a South Miami, dove la libertà e l’atmosfera erano simili a quelle del Garage, e hanno aiutato a plasmare e rendere unici i suoi dj set.

Tornato a New York si è concentrato sopratutto nel lavoro da remixer che trovava stretto a Miami che era meno innovativa musicalmente rispetto alla sua città natale (“l’unica cosa che andava di moda a Miami nel ’90 era il freestyle”). Nel mentre arrivava la Acid House di Dj Pierre e un ulteriore tassello si aggiungeva alla gamma di sonorità offerte in consolle e in studio.

Tanti suoi remix non hanno potuto vedere la luce dato che non hanno trovato l’ok dalle etichette discografiche, o a lavoro terminato sono stati poi rimandati proprio dalle label che li hanno richiesti. Da quel momento ha deciso di iniziare a produrre direttamente con la sua firma, senza dover fare da sparring partner all’interno di un singolo prodotto da altri.

Un primo album, Hard & Soul, orientato totalmente al club e dallo stile prevalentemente house, contiene due brani che hanno già il sound di Danny Tenaglia che lo porterà a diventare celebre in tutto il mondo: Bottom Heavy e Ohno, fortemente influenzati da un beat potente e tribale.

Il successo dell’album non si è fatto attendere, e da subito sono arrivati i primi tour europei (tra cui anche in Italia, che da subito si è innamorata di Danny) e alcune serate nel lontano Giappone, all’epoca enormemente influenzato dal sound di New York.

A New York oltre a lavorare come produttore e remixer ha trovato una residenza stabile al Twilo, leggendario club sorto dalle ceneri del Sound Factory, club reso immortale (e forse ostaggio) di Junior Vasquez, forse riconosciuto come il dj più famoso in America nei primi anni ’90. All’inizio ci fu amicizia e stima, ma successivamente quando Vasquez fu lasciato a piedi dal Factory, divenne ossessionato dagli altri dj e dalla paura di perdere un’altra volta il posto. Lo stesso Tenaglia raccontò in un’intervista a Muzik, che durante una serata da spettatore al Tunnel, andò ad ascoltare proprio Junior Vasquez, che una volta accortosi della presenza del dj chiamo immediatamente la security per farlo uscire di peso dal locale per paura che potesse “rubargli” i pezzi suonati.

Successivamente cambio la sua residency al The Tunnel nel 1998, sempre a New York, un locale con una clientela più etero e molto più giovane, che ha posto una sfida più interessante per la selezione musicale del dj che ha sempre lavorato in locali con un’impronta stilistica e di pubblico più gay. Con un pubblico nuovo ha iniziato a sperimentare con un sound più deep (ma sempre potente dal punto di vista ritmico) e per aumentare l’energia dei set ha incluso anche pezzi trance per muoversi al passo con i tempi ma dando sempre la sua personale visione al viaggio offerto alla pista.

Una curiosità: il cambio di club è avvenuto proprio a causa del già citato Junior Vasquez, che fu ingaggiato al posto di Danny in gran segreto generando l’ira del dj e interrompendo i rapporti con il proprietario del Twilo (Phil Smith).

Le maratone musicali

Uno dei tratti caratteristici e più famosi del suo lato da dj è stato fare dei set lunghissimi, da oltre 10 ore, richiesti esplicitamente da lui una volta raggiunto un grado di fama da potergli permettere di arrangiare al meglio i dettagli delle sue esibizioni. Per lui costruire il viaggio a partire dal momento iniziale della serata era un qualcosa di necessario e obbligatorio, senza “interferenze” di altri dj a supporto. Lo sviluppo delle ritmiche per arrivare ai momenti di picco aveva bisogno del giusto tempo di maturazione sonora, passando per momenti più cantati a intermezzi fatti di groove ipnotici e catalizzanti.

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