Il Cocoon club. Che altro dire se non che il Cocoon di Francoforte è stato il club di design per eccellenza. Ricercatezza nello stile e arredamenti, musica e innovazione sono stati gli investimenti principali del boss Sven Vath, che dopo il successo del suo primo club (l’Omen), ha deciso di fare un passo avanti, creando nel 2004 il Cocoon Club e contornando l’esperienza della danza da un ambiente futuristico ed accogliente.
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Club famosissimo per la forma “triangolare”, che richiama il nome del club (in italiano Cocoon significa bozzolo), e per la consolle che sembra un’installazione aliena che si riversa sulla pista e che per la prima volta porta il dj ad un livello più alto rispetto ai club tedeschi dove la consolle è sempre a livello pista per non “elevare” chi suona rispetto a chi danza.
Il Cocoon è stato concepito per essere sia orientato al ballo (la pista poteva ospitare 1.500 persone) ma anche al ristoro pre-serata, grazie a 2 ristoranti e lounge bar di altissimo livello posti all’interno del club (che una volta terminato il servizio, rimuovevano i tavoli e ampliavano la main room e creavano una seconda sala). Presenti anche spazi vip, i cosidetti cocoons, che potevano ospitare sino a 6 persone per ricreare diversi mini-privè che affacciavano sulla pista.

Tutti i migliori dj del panorama techno più minimale (nello stile artistico scelto da Sven Vath e Cocoon Records al tempo) hanno suonato nel locale almeno una volta, anche se il club ha strizzato sempre l’orecchio verso nuovi nomi e dato spazio alle band elettroniche tedesche emergenti.
La storia del Cocoon club termina dopo appena 8 anni di attività, a causa di un cambio stilistico meno volto all’underground e alla scoperta dei nuovi talenti, e più orientato a fare cassa con i grandi nomi slegati dal panorama techno (ad esempio Tiesto, Paul Van Dyk, Laidback Luke o la banda Hed Kandi). Il club nel Settembre 2012 dichiara bancarotta e il 30 Novembre 2012 chiude definitivamente i battenti.