John Tejada – Parabolas

Label: Kompakt

Arriviamo tardi, ma ci siamo anche noi tra il coro entusiasta che acclama l’ultimo lavoro di John Tejada, Parabolas, come un successo inaspettato ma allo stesso tempo di ottima fattura.

Il producer manda a segno i suoi colpi nel momento giusto, quando la scena elettronica si sta spostando da un sound più minimale e cupo a riscoprire la gioia dei sintetizzatori e dei beat anni 90. Il risultato è quasi un tributo alla storia musicale da club, con richiami fortissimi a Kraftwerk, Aphex Twin e la scena electro tedesca primordiale.

Detta così sembra quasi che sia stato fatto un album scopiazzando qua e là tra vecchi vinili impolverati e sintetizzatori accatastati sotto l’albero di Natale del ’94. La realtà è ben diversa e la si può valutare sin dal primo brano, Farther and Fainter, che sembra uscito da qualche EP della seconda generazione della techno di Detroit, eppure risuona in modo troppo moderno per un confronto immediato.

Molto più facile trovare i quattro di Dusseldorf in tracce come Mechanized World, The Mess And The Magic e Timeless Space. Da un momento all’altro ci si aspetta di trovare una voce che dica “Boing Boom Tschak” o “Trans Europe Express”.

La hit è sicuramente Unstable Condition, già uscita in precedenza come singolo e assaggio di cosa sarebbe stato poi Parabolas. Il parallelo con Aphex Twin si spreca così come le mani al cielo che hanno ballato il brano negli ultimi mesi.

Lo stesso producer ha dichiarato “volevo produrre qualcosa per me senza sentire le solite pressioni discografiche” passando anche alcune sperimentazioni più ambient (The Dream utilizza il famoso pianoforte progressive che ha ispirato la scena più commerciale del 2009) e frammentate (impossibile tenere il passo di danza di Uncertain End seppur ottima ritmicamente).

Il giusto riconoscimento per la lunga carriera di Tejada, cominciata nel 1996, è l’approdo su Kompakt, che ha coccolato questa release come è giusto fare con un nuovo nato in famiglia.