François Kevorkian è uno di quegli artisti che potrebbe vivere di luce riflessa senza cambiare il suo stile e il suo modo di lavorare. Ha un passato così brillante e un’esperienza così ampia da potersi accontentare ed avere comunque un ottimo successo.
Invece, è una personalità che non ha voglia di stagnare su un singolo genere musicale, su una particolare strumentazione o tipologia di ritmo. E’ un dj che è nato con la Disco music e ha messo di tutto nella sua vita, compresa la Dub e la Jungle. E’ un produttore che è stato tra i pionieri del remixing nell’epoca disco, eppure ha toccato artisti come Kraftwerk e Depeche Mode sempre con metodi e progressioni differenti.
“Se esiste un mezzo di comunicazione che è in grado di reinventarsi sempre, bè è proprio la musica dance”.
Le origini del dj
Nato in Francia, nel 1954, trascorre la sua adolescenza suonando la batteria e percussioni in alcune band studentesche.
Nel 1975, a soli 21 anni, capisce che non c’è spazio per poter emergere nella cittadina internazionale di Strasburgo, fertile di idee dal punto di vista della varietà di persone che la frequentavano ma chiusa dal punto di vista musicale per poter diventare qualcuno. Prende quindi valigia e bacchette e vola a New York, città in enorme fermento e da cui al tempo “tutto nasceva”, e trova velocemente posto in una cover band R&B.
La musica che lo ispirava era per di più jazz fusion, come Miles Davis e Herbie Hancock, capaci di interpretare il genere spaziando anche attraverso l’uso dell’elettrificazione degli strumenti e di ritmiche funk. Apprezzava anche il rock di Jeff Beck e Santana.
Il suo approdo nel mondo della notte avviene grazie a Walter Gibbons, già un mostro sacro del djing, che lo vuole come supporto percussionista per i suoi dj set al Galaxy 21. Gli inizi non sono promettenti dato che la sua batteria era posta ai margini della pista da ballo non troppo vicino alla consolle del dj, creando un effetto di ritardo tra ritmiche incise e suonate dal vivo che infastidivano Gibbons. Ma a lungo andare si riuscì a trovare un’intesa accettabile, a far nascere un’amicizia e far apprendere l’arte del mixaggio al giovane Francois che si stava iniziando stancare nel portare ad ogni esibizione la sua strumentazione per pochi spiccioli, vedendo come i djs con qualche disco potevano guadagnare allo stesso modo.
Nel giro di un anno si è innamorato del mestiere del djing e ha iniziato una vera e propria residenza all’Experiment 4 assieme a Jellybean Benitez.
Nel 1978 lavorò come A&R della Prelude, una grossa etichetta discografica dell’epoca, dove gli fu dato accesso allo studio di incisione e produsse anche il remix di In The Bush dei Musique. Sino ad allora non aveva ancora prodotto remix ma solo degli edit per le sue serate da dj, utilizzando la tecnica del “taglia e cuci” con i nastri per allungare, accorciare o mandare in loop una parte di brano.
Lascia la Prelude nel 1982 quando rifiuta un accordo di esclusiva dei diritti dei suoi futuri lavori per rimanere nell’etichetta. Il suo nome come producer in studio e remixer stava iniziando a girare all’interno dell’industria discografica, in più voleva produrre qualcosa sotto il suo nome e altre etichette gli facevano la corte da tempo, promettendo progetti di più ampio spettro e successo internazionale.
Durante la parentesi alla Prelude ha fatto diverse volte il dj “sostituitivo” per rimpiazzare temporaneamente alcuni dei più celebri dj nei loro club simbolo: ha suonato al Paradise Garage una decina di volte quando Larry Levan era malato o non era in città, compito abbastanza semplice dato che da clubber ha passato diverse notti a ballare e conosceva il pubblico e i suoi gusti selettivi. Ha “coperto” anche l’assenza di David Mancuso al Loft, di Tee Scott al Better Days.
Tra l’80 e ’82 ha fatto i dj saltuariamente perchè era concentrato solamente sui lavori in studio, sino ad abbandonare la consolle per un lungo tempo.
Torna dopo una lunga pausa dal mondo del djing nel ’91, dopo essersi concentrato esclusivamente nelle sue produzioni personali, remix e mastering di album realizzati dai grandi artisti pop (grazie allo studio di registrazione di sua proprietà che ha visto passare gente del calibro di Mick Jagger, Diana Ross e gli INXS).
Nel ’92 ha accompagnato Larry Levan nel suo ultimo tour intercontinentale (il celebre Harmony Tour), facendo da spalla nelle tappe giapponesi, dove era presente anche l’amico di un tempo Walter Gibbons, amatissimo dal popolo del sol levante pur non avendo mai calcato il paese prima d’ora.
Come ha raccontato Kevorkian, tra i progetti che aveva in mente con Levan discussi durante il viaggio in oriente, prima della sua morte prematura, ci fu l’idea di suonare assieme al The Loft di David Mancuso, mettendo un disco dopo l’altro senza mixarli, come si faceva nel club, facendosi trasportare dall’onda musicale e condividendo la musica che amavano.

(nella foto: Francois Kevorkian, Larry Levan e Walter Gibbons al Gold club di Tokyo nel 1992)
Da una sua idea nel ’96 nasce a New York il Body & Soul, una serata creata assieme a Danny Krivit e Joe Claussel, dove il trio per tutta la notte dà spazio alla propria collezione di dischi per istruire e far ascoltare nuovi suoni ad un pubblico curioso e interessato nettamente alla musica e al ballo.
Per non avere competizione da parte degli altri club e djs decidono di utilizzare lo “spazio libero” della domenica quando gli altri club chiudevano, così da creare un after party per chi davvero volesse immergersi nella musica meno commerciale senza lustrini e pregiudizi.
Dalla House music alla Disco, passando per il Funk e Hip Hop, ritmi latini, senza scordare i trend del momento come chicche Drum & Bass. Non ci sono limiti per Kevorkian quando si parla di musica.