Home > I Club che hanno fatto la storia > The Loft (New York)

L’esperienza sonora del Loft era più da considerarsi un concerto o una jam session rispetto a un dj set. Nella consolle non era presente un mixer, poichè David Mancuso era dell’idea che qualsiasi apparecchiatura tra la fonte musicale e l’uscita acustica “sporcasse” il suono. Era quindi dotato di due giradischi, che semplicemente terminavano di suonare in successione, con una breve pausa nel mezzo dove il pubblico applaudiva o esultava per l’ascolto come se ci fosse una band a suonare.

Con questo setup tecnologico non poteva (e non voleva) mixare, così da poter spaziare tra le velocità dei vari dischi in totale libertà e trascinare il pubblico attraverso un onda fatta di messaggi nei testi delle canzoni che si susseguivano o di atmosfere create dalle melodie che andavano in crescendo o riportavano sulla terra i ballerini dopo parecchio tempo di danze frenetiche.

I back-to-back al Loft

Di tanto in tanto David Mancuso invitava degli amici (non solo dj, ma anche cultori di buona musica) a mettere dischi assieme a lui, nelle sessioni chiamate “one-on-one” dove ci si alternava a suonare i dischi con il padrone di casa prendendo “possesso” ognuno del proprio giradischi. L’obiettivo era di creare una sorta di conversazione musicale fatta di dischi in successione e realizzata da due persone differenti.

Attualmente attivo: CHIUSO DEFINITIVAMENTE (Giugno 1984)

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