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E’ stato il dj dei djs durante l’era disco a New York. Ha formato e ispirato dj divenuti leggende come Larry Levan e Frankie Knuckles. Era celebre per spingere la pista da ballo oltre il limite più a lungo di qualunque collega dei tempi, capace di gestire ritmo e parole delle canzoni per evocare sentimenti disparati durante le sue serate.

Le origini del dj

Nicky Siano è cresciuto a New York, nella zona di Brooklyn, e sin dall’età di 13 anni era solito frequentare locali da ballo, spinto dalla crescente fioritura di locali e dal grande cambiamento in atto del paese rispetto alla popolazione gay che ha costruito le fondamenta per la disco music.

Fu proprio all’età di 13-14 anni che ascoltò per la prima volta un disco che gli cambiò la prospettiva della musica in relazione al ballo e la notte: You’re The One delle Little Sisters, ascoltato al Firehouse, un piccolo localino che permetteva ai più giovani di svagarsi a ritmo di musica. La traccia era prettamente soul nella costruzione ma con un groove funk, con i primi accenni di quello che diventerà la disco music. Da quell’ascolto iniziò a cercare e comprare sempre più dischi simili, per avere una propria collezione da ascoltare a casa. Ancora lontanissimi i tempi in cui sarebbe salito in consolle, ma il seme della musica era ormai stato piantato.

Ispirato dai primi dj iconici di New York, Nicky Siano si è innamorato del mestiere del disc-jockey da discoteca ascoltando e vedendo Michael Cappello (parte della triade italo-americana Grasso-Cappello-D’Acquisto che animava il Salvation) e innamorandosi perdutamente del Loft e del suo protagonista: David Mancuso. La sua prima volta nel celebre appartamento trasformato in discoteca è stata nel 1969 a soli 14 anni, invitato dalla fidanzata di suo fratello che ascoltando i dischi messi ad una festa dove Nicky faceva il “selettore musicale” venne poi portato in un luogo diventato leggenda e che aveva uno stile simile a quello che stava suonando. Al The Loft capì da subito l’importanza della musica unita all’atmosfera creata in un club, data dalle luci, dalla scenografia e dalla genuinità del pubblico che aveva il desiderio unico di ballare e passare una bella serata.

La prima volta come dj in una discoteca fu nel 1972, al Roundtable, locale che frequentava assiduamente e capendo le potenzialità di salire in consolle al posto del dj resident, iniziò a una lunga ed estenuante pressione al proprietario del club divenuto amico per rimuovere quel dj che non suonava i dischi che andavano in voga negli altri locali. Riuscì nell’impresa e divenne dj fisso del locale per circa 7-8 mesi, quando poi fu licenziato per una lite con la compagnia di animazione di un party con cui non era riuscito a sincronizzare i brani da suonare con lo show fatto, rovinando di fatto la loro esibizione. Erano tempi in cui i dj andavano e venivano e un piccolo errore costava il lavoro.

L'apertura del The Gallery

A mente ancora calda dal termine della relazione lavorativa al Roundtable, Nicky, assieme alla sua fidanzata del tempo e suo fratello decidono di aprire un club all’interno di un loft in affitto da ben 500mq per riprendere proprio il Loft come concetto di ambientazione e party. Con i soldi incassati per in incidente avuto dal fratello, oltre la metà viene investita nell’impianto audio di Alex Rosner, il tecnico del suono più utilizzato al tempo dalle discoteche della grande mela e il rimanente per sistemare alla meglio l’interno per poter essere pronti all’apertura prossima del The Gallery nei primi mesi del 1973, nome che si accosterà a doppio filo con quello di Siano negli anni a venire.

Senza aver fatto i conti con l’oste i primi mesi sono un mezzo fiasco. Per un locale con una capienza di oltre 500 persone a serata si registrano a malapena 100 ingressi, troppo pochi per diventare tra i principali locali della città. La fortuna però è dalla parte del dj, che durante il periodo estivo viene a conoscenza della chiusura del The Loft per concedere delle vacanze ai suoi collaboratori: prende l’iniziativa e inizia a distribuire inviti proprio fuori dal locale chiuso così da portare al Gallery il maggior numero di avventori.

In poche settimane si passa dal club semi-vuoto al tutto esaurito con fila all’esterno. Tra gli avventori anche i designer dell’alta moda come ad esempio Calvin Klein, che alimentavano la fama di esclusività e glamour del Gallery.

Il mito del Gallery cresce ad ogni party sino all’estate del 1974, quando la polizia decide di mettere un freno e chiudere tutti i locali della città. Il Gallery si trasferirà subito dopo in un’altra sede ampliando la propria capienza e dando a Siano un ruolo ancora più importante tra i dj locali.

Il club chiuderà nel 1977, dopo soli 5 anni di attività in cui la sua legacy sarà immortale e ancora oggi celebrata dal dj nei parties “remember” e nelle serate a tema.

Negli ultimi anni la discoteca ha cambiato la propria gestione, andando in netto conflitto con il dj che non aveva più potere decisionale ma rimaneva al timone della consolle solo per i sold-out su base settimanale da parte del pubblico che lo seguiva senza se e senza ma (non a caso quando il Gallery chiuse temporaneamente nel 1974 e Siano fu dj in altri locali che registravano il pienone solo per avere il suo nome in scaletta).

Lo Studio 54

Dopo la chiusura definitiva del The Gallery siano fu il secondo dj della storia a suonare allo Studio 54, nella seconda serata di apertura (la prima fu data al resident dj storico Richie Kazar), in segno della grandezza del dj per un club che puntava a diventare il più celebre al mondo. Iniziò una residenza stabile nella discoteca di circa 4 mesi, dove fu lui il dj a suonare nello storico party di compleanno di Bianca Jagger che entrò nel locale su di un cavallo bianco, divenuta una delle immagini più iconiche degli anni ’70.

Secondo la leggenda, raccontata anche dal dj, fu licenziato dallo Studio 54 perchè suonò Trans Europe Express dei Kraftwerk e con una scenata del proprietario Steve Rubell si interruppe la musica e si proseguì con la disco che era e doveva rimanere l’unico genere suonato.

Il momento più buio e la riscoperta del djing

Ad inizio anni ’80 Siano ha deciso di allontanarsi del tutto dal mondo della notte a causa della sua forte dipendenza da eroina che lo portò ad affrontare il periodo più buio della sua vita. Riuscì a disintossicarsi totalmente nel 1982, cambiando vita, trovando la forza nell’andare avanti “pulito” aiutando gli altri con problemi di AIDS, malattia esplosa proprio in quel periodo che portò via il suo amico e dj David Rodriguez nell’84.

Fu solo nel 1996 che torna a fare il dj, con la chiamata di François Kevorkian che lo voleva ancora una volta in consolle per un party celebrativo del compleanno di Larry Levan. Fu un nuovo colpo di fulmine per il mestiere, che lo ha tenuto attivo sino ad oggi, modificando la sua selezione musicale, mischiando il suono degli anni d’oro con cose più attuali ma sempre con il tocco “boom boom” in grado di percuotere la pista con i battiti della sua musica.

Alcune curiosità

Il pioniere del djing moderno

Uno dei vanti che può attribuirsi Nicky Siano è quello di aver definito uno standard nel mondo dei dj moderni, tagliando di netto quello che precedentemente era il mestiere: il dj diventa il centro dell’attenzione del party, non solo per inserire in sequenza un disco dopo l’altro, ma per gestire e controllare tutto l’ambiente circostante, dall’audio perfettamente equalizzato, alle luci per creare l’effetto visivo corretto durante alcuni momenti della serata ed effetti “speciali” per colpire il pubblico a livello sensoriale.

All’interno del Gallery si sono viste tante innovazioni, poi copiate e migliorate nel tempo dagli altri club e colleghi, come ad esempio la costante ricerca dell’equalizzazione perfetta nella sala, cosa sino a quel momento fatta solamente nei cinema per avere il miglior audio durante un film. Con l’aiuto di Alex Rosner e con la progressiva esperienza del dj, la discoteca veniva “settata” ogni settimana per migliorare le frequenze meno forti, o per dare maggior enfasi ai nuovi dischi che avevano più “potenza” elettronica nelle percussioni. Questo tipo di attività è stato portato all’eccesso in seguito da Larry Levan nel Paradise Garage, ma l’origine è arrivata da Siano.

E’ stato uno dei primi dj a inserire un terzo giradischi in consolle già a partire dagli anni ’70 per poter inserire dei suoni “ambientali” durante il mixaggio con gli altri due giradischi. Era celebre il suono di un aereo che passava, usato per passare da un disco all’altro. A questo setup univa anche un lettore di nastri dove inseriva effetti da inserire in corso d’opera, come echo o loop.

Si era fatto installare una mini-consolle elettrica con cui controllare in diretta le luci, per poter mandare totalmente al buio la sala o inserire l’effetto strobo con luci pulsanti, un pulsante per gestire il flusso d’aria condizionata per rinfrescare la pista o portarla a sudare oltre i limiti. Infine aveva il controllo sull’impianto di ventilatori posti al di sopra della pista, dove si divertiva a spegnere totalmente le luci in un momento di picco, attivare le ventole al massimo e mandare in delirio il pubblico come se fossero nel mezzo di una tempesta. Più il pubblico urlava, piangeva o cantava, più si divertiva ad inventare nuovi effetti per stupire il pubblico e portarlo ad un livello più alto di coinvolgimento con la sua musica.

Larry Levan e Frankie Knuckles

Durante i primi anni del Gallery Nicky Siano ingaggiò come aiutanti per allestire gli eventi anche Larry Levan e Frankie Knuckles, al tempo giovani interessatissimi a fare festa tutte le sere ma ancora lontani dal pensare al mondo del djing.

Fu proprio Siano ad insegnare ai due il mestiere, fornendo loro il luogo e il tempo di fare pratica durante il giorno quando si preparava la serata a venire e ci si trovava assieme in un momento di relax.

Levan e Nicky diventarono ottimi amici con il tempo, condividendo anche lo stesso spazio dove abitare sino al momento in cui il promettente dj non decise di proseguire la sua carriera in maniera autonoma e tentare l’avventura in altri quartieri di New York.

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