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Addio a Dj Alfredo, il padrino del Balearic Sounds

Per Danny Rampling, l’influenza che ha avuto Alfredo Fiorito nel mondo del clubbing e della musica house è stata allo stesso livello di importanza di quella portata da Larry Levan al Paradise Garage di New York quando ha rivoluzionato per sempre l’arte del djing nell’era “post-disco”.

E proprio grazie questa eredità che ha costruito e lasciato a tutti i djs che si sono ispirati a lui durante gli anni, ha avuto un degno riconoscimento in queste ore da tutto il mondo della notte unito per salutare e celebrare il dj argentino che nella giornata del 24 Dicembre ci ha lasciato all’età di 71 anni, ma che rimarrà nella storia per sempre.

La sua carriera da dj è iniziata per caso quando, dopo alcuni anni dopo essersi trasferito dall’Argentina ad Ibiza negli anni ’70 per cercare fortuna e trovare pochi successi come venditore di candele, designer di moda e pasticcere, ha trovato un lavoro come barista al Be Bop, localino vicino al porto che aveva una vera e propria strumentazione da dj e un vasto assortimento di dischi: da li inizia la sua passione per il mixing e il selezionare musica.

Si è offerto all’Amnesia nel 1983, locale che frequentava spesso da cliente e che era diventato il suo sogno da dj, al tempo ancora una cascina trasformata in un luogo di ritrovo alternativo, la cui direzione artistica era fortemente francese con preferenze conterranee nello staff e il rifiuto arrivò subito senza troppi giri di parole.

Fu l’anno successivo nel 1984, dopo un cambio della proprietà dell’Amnesia, che Alfredo entrò finalmente nel gruppo dei dj che potevano definirsi resident della discoteca che però alla sua riapertura durante l’inverno era ancora poco frequentata e ha dato modo ad Alfredo di trovare la sua libertà stilistica senza la pressione di una folla pronta ad abbandonare la pista se dopo un brano rock si passava a Marvin Gaye.

Man mano che le temperature salivano e i turisti estivi hanno messo piede nell’isola, la situazione cambiò completamente, e chi si incamminava per tornare dopo una serata al Ku (l’ex Privilege) poteva sentire in lontananza proprio Alfredo che suonava all’Amnesia (che apriva alle 3 del mattino sino a mezzogiorno inoltrato), al tempo ancora senza la terrazza in vetro e quindi totalmente all’aperto e con un potente impianto audio, e i tanti curiosi decidevano di proseguire la notte, e poi anche quelle successive, fare passaparola, e iniziare a riempire un ambiente magico corollato da una musica completamente differente da tutto il resto sentito fino a quel momento.

Nel 1987 è diventato celebre al di fuori dell’isola grazie alla presenza casuale di 4 giovani appassionati di musica e djing provenienti dal Regno Unito: Paul Oakenfold, Danny Rampling, Nicky Holloway e Johnny Walker. Il quartetto si è recato all’Amnesia di Ibiza per passare la serata e mai si sarebbe aspettato di ascoltare una musica così innovativa e incredibile, suonata proprio da Alfredo, e volerla a tutti i costi replicare in patria, rinominandola Balearic Sounds. Un mix di House music (al tempo l’Amnesia era l’unico locale dove veniva suonata per oltre 3 ore in una serata), acid house, pop, funk, rock, colonne sonore prese da film. Un qualcosa di davvero unico per l’epoca.

Di seguito il racconto di Danny Rampling di quella serata storica e dell’impatto che ha avuto Alfredo nella sua carriera da dj.

Da quel momento cambiò completamente il suono dei club inglesi e iniziò a gettare le basi per quella che divenne la scena rave UK. Tutto grazie ad Alfredo e alla sua capacità di mescolare in maniera sopraffina così tanti generi differenti da farli diventare un unico nuovo genere.

L’Amnesia e i dj set di Alfredo sono diventati la meta unica da parte dei turisti inglesi, che in massa partivano per godersi il mare e la notte offerta da quel dj conosciuto solo attraverso le storie e le interviste di altri djs grati alla sua musica.

La sua residenza nel club durò circa 6 anni, alternandosi in consolle anche con l’italiano Leo Mas, ma la sua impronta stilistica si è riflessa negli anni a seguire dopo il licenziamento da parte del management dell’Amnesia che stava attraversando uno dei tanti cambi di traiettoria in termini stilistici.

Circa due stagioni al Pacha che contribuirono a spostare in massa la folla inglese, ma per lui piuttosto frustranti per il tipo di club troppo turistico per poter imporre nuovi suoni a un pubblico che voleva ascoltare sempre le stesse canzoni tramandate dalle numerosissime cassettine che Alfredo stesso rivendeva al termine delle serate e che con un passaparola di mano in mano finivano in giro per tutto il Regno Unito e gli altri paesi europei.

Un anno stop dall’isola per vivere la sua fama nei club londinesi nel 1993, ma la nostalgia di casa è stata così tanta da riportarlo velocemente ad Ibiza in una nuova avventura, questa volta nello Space, immenso nella capienza e in grado di fornirgli il giusto spazio centrale all’interno dei party Manumission, di produzione e idea britannica. E’ qui che ha passato la maggior parte dei suoi anni come resident dj fisso, ma sicuramente con meno ore in consolle (passando dalle 12 ore 7/7 dell’Amnesia ad uno spazio settimanale all’interno di una lineup più fitta) frutto del cambiamento che l’industria del ballo stava subendo, con un offerta di djs sempre più ampia, parties differenti tutti i giorni e sempre meno spazio per una leggenda come Alfredo.

Gli ultimi anni hanno avuto qualche momento di buio, tenendolo lontanissimo dal mondo musicale, ma la sua storia rimarrà per sempre impressa tra le piramidi dell’Amnesia, il suono portato dal vento di Ibiza e i ritmi dei dj che anche solo per una volta hanno ascoltato una delle sue selezioni musicali.

Noi ci sentiamo solo di mandargli un messaggio:

¡Hasta luego Alfredo!

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