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Sven Vath: i miei 30 anni in consolle

Sven Vath compie 30 anni di onorata carriera da dj, e vuole celebrare questo passo importante con una serie di pensieri che racchiudono il suo essere dj e la sua opinione sull’evoluzione musicale e tecnologica del settore dei club.

Una carriera in piena ascesa per il kaiser tedesco, che è stato iniziato all’arte del djing allo storico club Dorian Gray di Francoforte, ha gestito la discoteca Omen ed è il padrone di casa del Cocoon, nome di fabbrica per un impero che comprende il club a Francoforte, la sua etichetta e la gestione di eventi che si sono spinti sino ad Ibiza. Molte produzioni, tantissime compilations, e infiniti dj set da oltre 7 ore. Questo un riassunto velocissimo di Sven e del suo mondo.

 

 

Sven Vath presenta attraverso la Cocoon 5 diversi “pensierini”, forse scritti in momenti diversi, che vogliono spiegare al meglio il vero ruolo del dj attraverso la musica, la tecnologia e lo spirito di condivisione e ricerca.

 

“Quello che mi ha sempre interessato sono pezzi pieni di fantasia e profondità, che fanno sballare ed innamorare, pezzi da cantare, pezzi con anima e corpo. Ma anche pezzi strumentali, composti con il computer oppure suonati a mano, canzoni che sembrano paesaggi sonori che risvegliano desideri ed emanano libertà.

L’attenzione era solo sui pezzi, che hanno una forza, che raccontano una storia o diffondono la speranza. Canzoni, che suonando ti invitano ad ascoltare – a volte un suono astratto e extraterrestre, a volte conosciuto ed orecchiabile. Pezzi che non dovrebbero finire mai, che quando si ascoltano, fermano tutto ciò che sta intorno e portano dritti al centro dell’universo, non solo per il dj, che li suona, ma sopratutto per quelli che ascoltano e ballano – una musica che dà esattamente quello che desideriamo.

A volte un pezzo ci svela i nostri lati più strani e nascosti, altri ci fanno sorridere ed altri piangere. Musica che ci commuove e che ci dà la carica. Brani che ci fanno muovere, dalla musica Disco alla Break Dance, sino ad arrivare ai movimenti più sinuosi e al raving più sfrenato.

Ho bisogno di pezzi che mi facciano ballare e che contengano sempre queste due componenti: vivere la realtà in cui viviamo e contemporaneamente farla dimenticare per qualche attimo – questo può farlo soltanto un pezzo davvero ottimo.”

 

 

 

“La mia missione è scoprire musica che qualitativamente si distingua dalla massa. Musica visionaria che non ti lasci più. Musica che ti rende ancora più curioso ed affamato. Musica che ha il potere di creare qualcosa di nuovo e riuscire ad unire le persone.

Musica creata da e per i dj, idealmente basata su un sound adatto alla pista, però non in maniera tradizionale ma aperta alle novità, soprattutto capace di combinare il vecchio ed il nuovo. Deve essere forte ed intensa, ma anche sottile, inconscia, emozionale e leggera fino ad arrivare alla sperimentazione bizzarra e senza un senso ben definito. Deve essere una musica autentica e non una copia o un’imitazione. Musica rivoluzionaria che crea qualcosa di nuovo.

Questo è il mio essere e la mia musica, è quello che cerco e che voglio creare. Ricercare e creare per 30 anni…senza sosta!”

 

 

 

“La Club Music – è il sound fatto apposta per il dancefloor. Quando la musica elettronica è arrivata ed ha iniziato via via ad inserirsi nei club, è stato un periodo molto eccitante. Ricordo ancora benissimo, quando ho sentito per la prima volta i Kraftwerk al Dorian Gray. Stavo letteralmente dando di matto!

A quei tempi il Gray aveva il miglior impianto di tutta la Germania e mi sembrava di essere all’interno di una navicella spaziale: laser e nebbia artificiale, in combinazione con la musica…ho capito subito che questo faceva per me! Da quel giorno, quel tipo di musica è per me rimasta la più interessante e libera. La rivoluzione musicale, sopratutto quella del ballo, è una rivoluzione tutta elettronica!

Naturalmente è il sound che gioca un ruolo determinante. Suoni analogici ribelli provenienti dalle macchine della Roland segnati dai famosi numeri 909, 808, 101 e 303, dai Mini Moog o dai Korg Synths MS20 e MonoPoly che hanno creato la maggior parte del sound House e Techno.

Sul suono del disco in vinile (il quale ancora oggi è il mezzo analogico più diffuso), è stato scritto e discusso molto negli ultimi anni. Ma non serve girarci in torno: un buon disco suonato su un buon impianto audio supportato da un ottima consolle ha un suono decisamente migliore rispetto al suo equivalente digitale. Il vinile è il must per tutti quelli che vogliono una qualità del suono ottimale.

Ho investito sempre tantissimo tempo nel trovare nuova musica. Andavo un paio di volte alla settimana nei negozi di dischi, per sentire le novità, parlavo e discutevo con colleghi dj e produttori di musica Techno ed House. Purtroppo adesso mi posso più permettere questo lusso solo due volte al mese, per motivi di tempo, ma i ragazzi del Freebase Record Store di Francoforte sono gentili abbastanza dal mandarmi i dischi a casa, perchè il mio lavoro mi tiene lontano dalla città parecchi giorni a settimana. Devo dire che mi manca molto il contesto sociale che si ha nei negozi di dischi per scambiare idee con gli altri dj. Inoltre mi vengono mandati regolarmente copie promozionali.

Del mio “rituale d’ascolto” invece non è cambiato molto e dedico ancora molto tempo ad esso. Trovare e selezionare nuova musica, collegarla e creare un nuovo viaggio musicale è il mio credo, che ormai pratico da 30 anni. La sostanza e la qualità della musica sono sempre i fattori determinanti – a volte un più astratta, altre volte più melodica: I miei occhi, o meglio le mie orecchie, sono focalizzati sempre sulla pista. Vengo dai club, e sono praticamente cresciuto nelle piste da ballo di Francoforte ed Ibiza, che sono tra le ragioni principali per il quale mi esibisco ancora. In questo contesto la mia musica dev’essere in grado di espandersi!”

 

 

 

“La tecnica del mettere su i dischi, per tanti anni non è mai stata messa in discussione, perchè esistevano soltanto i giradischi per dj. Il mixare per me è sempre stato essenziale. Riuscire a fare dei passaggi fluidi da un pezzo all’altro è una sfida per ogni dj, sopratutto quando si suona per un paio di ore. Per me questo è sempre fonte di un agitazione positiva, che mi stimola e mi rende quasi euforico.

Direi, che il mio pezzo forte è improvvisare sempre “qualcosa di nuovo”. Suonando in un dj set, e lasciare che la passione si unisca al lasciarsi andare cosi profondamente, funziona solo se si è se stessi. Come con uno strumento inizio a suonare senza pensarci. La musica si intreccia, ed in questo intreccio nasce una vera e propria dinamica nel mixaggio e nella pista. Quando l’energia quasi per magia si diffonde, significa che è il momento nel quale si dimentica tutto e si ha la sensazione, in quell’attimo ed in quel luogo, di chi siamo realmente!

Non potrei mai immaginarmi ad esibirmi con una strumentazione ‘sync-button’, mi mancherebbe la tensione necessaria e, una cosa essenziale, il divertimento del mixare! Non sono nemmeno fan degli effetti e delle pause musicali artificiali. Certo, usare l’equalizzatore è normale e aiuta ad accentuare il pezzo. Ci tengo molto però, che la mia musica non abbia bisogno di essere rielaborata, ma che mantenga una certa originalità e carattere, che solo attraverso il mio dj set venga accentuato!

Come autore e producer non sarei contento se il mio pezzo fosse ritagliato o bombardato di effetti. Cosa rimarebbe della mia idea originale? Oggi è diventato tutto un mix, il produttore fa da dj e il dj da produttore. Solo perchè la tecnologia lo rende possibile!

Sono un dj, un selezionatore e mediatore, e le mie perfomance e la mia attenzione vanno tutte alla scelta della musica, al mio pubblico – e al momento che stiamo vivendo! Le pressioni che hanno i djs più appassionati, quelli che si dedicano totalmente alla musica, alla scelta e alla qualità, sono cresciute notevolmente. Oggi è normale che un dj produca un disco. Questo può essere utile, ma cosa mi dite della qualità della musica suonata dai dj???

Per via delle conquiste tecnologiche, che sono state spinte anche da produttori e djs, il ruolo del dj come selezionatore e mediatore diventa sempre più difficile. L’industria è si è aggiornata a tal punto da distruggere l’era dei dj che amano l’arte del vinile, lasciando spazio solo alle tecnologie digitali e ai software per mixare. Il pericolo per la musica è che la tecnica venga messa sempre più in secondo piano rispetto alla tecnologia, a causa di effetti e dj-tools che falsano la reale qualità. Il risultato potrebbe essere quello dell’avere un sound monotono, statico e identico. Si sta perdendo la vera magia ed il famoso momento magico del mix viene sostituito con un calcolo matematico.

Con questa realtà chi può mettersi oggi a produrre degli ottimi pezzi che risultino anche ambiziosi? Chi ha bisogno ancora di canzoni, messaggi ed emozioni, se il dominio lo hanno le canzoni con i beats intercambiabili? I produttori digitali e i loop-effect-jockeys ci hanno aperto nuove porte, ma nella maggior parte della musica manca la qualità, che passa in secondo piano riflettendosi sulla pista.

Sono state sempre le canzoni con un ampio consenso ad unire l’ambiente negli ultimi anni. Pezzi con un’inizio ed una fine, con una storia all’interno, con un’atmosfera da toccare: “Knights of the Jaguar” è sicuramente un esempio certo. Questi pezzi vivono grazie alla creatività dei dj, che gli danno la capacità di rivivere a distanza di tanti anni.

La chiusura della produzione del giradischi Technics 1210 renderà sempre più difficile risvegliare una sensibilità per questa e la futura generazione musicale. Cosa succederebbe ad pianista se non venissero più prodotti pianoforti a coda? Certo, se vuole potrà suonare con i pianoforti elettronici – che dicerto hanno più possibilità! Sono brutte notizie non solo per i dj che suonano il vinile, perchè piano piano si sta perdendo un pezzo della nostra cultura. Un pezzo importante, dove senza di esso tutto quello che accade ora non avrebbe mai avuto luogo.”

 

 

 

“Anche se diventa sempre più difficile, per me, trovare musica come dj amante del vinile, continuerò ad esibirmi per voi anche nei prossimi anni. Cercate però di comprendermi se ogni tanto suonerò anche qualche CD – l’ho fatto anche in passato e sicuramente diventerà un aggiunta ulteriore. A parte tutto però il disco in vinile rimane per me la Champion’s League e continuerò a sostenerli e a pubblicarlo! Da 30 anni due giradischi ed un mixer sono i miei strumenti e tali resteranno.

Inoltre: sarei contento se questa e la futura generazione mi seguissero nel condividere il fascino per l’ottimo sound e le atmosfere che crea.

Vi voglio ringraziare per la vostra fiducia, il vostro affetto, il vostro interesse (e il vostro sudore) trasmessi negli ultimi 30 anni – c’è sempre stato bisogno di emozioni e sempre ci sarà! Per fortuna la mia passione per la musica e per ballo rimangono intatte, sará quindi un piacere farvi divertire anche in futuro!

Auguro a voi, alle vostre famiglie e ai vostri amici un Buon 2011, forte e rumoroso (oppure piano e silenzioso).

Con affetto,
Sven

 

p.s. Naturalmente voglio raccontarvi molto di più sui miei pensieri ed avvenimenti degli ultimi 30 anni. Magari verso la fine del 2011. Sono già al lavoro e avrete presto notizie.

p.p.s L’80% dei djs della Cocoon suonano vinile!”

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